L’interesse della nostra politica nei confronti della scuola si è progressivamente trasformato in un tentativo di aziendalizzazione della scuola stessa, con conseguente lettura in chiave economico-finanziaria dell’istruzione. Al contrario di ciò che si potrebbe desumere, però, questo sistema non implica un particolare accorgimento di tipo monetario nei confronti della scuola, dal momento che l’istruzione è diventata il pozzo da cui attingere in mancanza di fondi da investire (o, più spesso, indebitare) in altri ambiti. A conferma di ciò, il DEF (ossia il Documento di Economia e Finanza stilato dal Consiglio dei Ministri) dello scorso aprile mostra quanto i fondi destinati alla scuola siano in calo: dal 4% del PIL nel 2020 si passerà a una riduzione fino al 3,5% da quest’anno fino al 2025. E le previsioni per il futuro non sono certamente rassicuranti, causa anche la diminuzione demografica; se poi si considera che la media Europea dei fondi destinati alla scuola si attesta intorno al 4,7% del PIL (dati del 2020), con picchi di incentivi in paesi come Svezia, Belgio e Danimarca, è sicuramente lecito preoccuparsi dell’insufficiente interesse del nostro paese nei confronti della ormai “fabbrica di menti” (la cui definizione amplieremo successivamente).

In questo scenario s’inseriscono inevitabilmente le elezioni; benché nessun partito abbia minimamente accennato a questa drastica riduzione dei fondi, le proposte sembrano parimenti essere insoddisfacenti; per onestà intellettuale sono comunque riassunte di seguito alcune proposte dei diversi partiti principali estrapolate dai vari programmi presentati.

Partito Democratico: Rendere obbligatoria la scuola dell’infanzia, cercando parallelamente di offrirla gratuitamente (così come le mense scolastiche) per bambini dagli zero ai tre anni di età, investire sull’edilizia scolastica in maniera sostenibile e sicura, alzare gli stipendi dei docenti e puntare sulla loro formazione continua, creare un fondo nazionale a disposizione delle scuole; il tutto prevedendo un investimento complessivo di circa dieci miliardi.

Movimento 5 Stelle: Introdurre la “Scuola dei Mestieri” per valorizzare il tradizionale artigianato italiano, aumentare il benessere mediante l’integrazione di un maggior numero di psicologi e pedagogisti in ambiente scolastico, ridurre il numero chiuso per l’accesso all’università, aumentare gli stipendi dei docenti.

Verdi e Sinistra Italiana: Concentrare massimo 15 alunni per ogni classe, estendere il tempo a scuola (con il tempo pieno) e l’obbligo di frequenza sino ai 18 anni di età, rendere gratuita l’istruzione obbligatoria, investire sul benessere nelle scuole (ad esempio con l’integrazione della figura dello psicologo ovunque), modificare il sistema di valutazione corrente, istituire l’ora di “Educazione sessuale”, puntare sulla formazione continua dei docenti.

Azione: Scuola obbligatoria a tempo pieno fino ai 18 anni di età, modificare il sistema valutativo, aumentare i fondi destinati all’aiuto degli studenti con particolari bisogni educativi o stili cognitivi, superare le disparità territoriali (ad esempio tra Nord e Sud), istituire permanentemente l’ora di Educazione Civica, riqualificare entro dieci anni tutti gli edifici scolastici (aggiungendo anche spazi per la socialità o lo studio autonomo).

Forza Italia: istituire il tempo pieno nelle scuole di ogni ordine e grado, aprire le scuole anche d’estate per favorire, ad esempio, la creazione di centri estivi, offrire un buono scuola che possa agevolare la scelta libera di ognuno, introduzione del “coding” e della didattica digitale con conseguente copertura in tutta Italia della banda larga, mappare il fabbisogno scolastico per intervenire subito con un piano decennale di investimenti, permettendo così di migliorare anche gli ambienti scolastici, creare una grande scuola di management alberghiero e turistico per avvicinare la scuola al mondo del lavoro.

Lega: Sviluppare gli istituti professionali come scuole di alta specializzazione, modificare i criteri valutativi, adeguare gli stipendi dei docenti agli standard europei, formare i docenti in chiave pedagogica e psico-attitudinale, innalzare il numero di insegnanti di sostegno con specializzazione, migliorare l’alternanza scuola-lavoro (PCTO), finanziare sistemi di areazione forzata a ciclo continuo e ventilazione meccanica, abolizione totale della didattica a distanza.

Fratelli d’Italia: Contrastare la dispersione scolastica e aggiornare i programmi, potenziare l’insegnamento delle materie scientifiche, incentivare l’apprendimento della lingua inglese, riformare il piano PCTO, ripristinare gli indirizzi di studio abilitanti al lavoro, istituire il “Liceo made in Italy”, intervenire sull’edilizia in modo sicuro ed ecosostenibile, anche attraverso la creazione di impianti sportivi, sondare la possibilità di diplomarsi a 17-18 anni (con quindi un anno in meno di frequenza), offrire dei voucher per agevolare la libera scelta da parte di ognuno, allineamento degli stipendi dei docenti alla media Europea, rendere la collaborazione tra privati, enti locali, scuole e università più flessibile (con lo scopo di offrire più servizi e spazi).

Dennis Valzon