Certe volte non sono necessarie delle medaglie per essere definiti campioni e dimostrare il proprio valore, ciò che conta davvero sono la dedizione, la passione e i sacrifici che l’atleta compie per raggiungere i propri obiettivi.

Una delle storie che mi ha colpita maggiormente è quella della nuotatrice siriana Yusra Mardini, partecipante alle Olimpiadi di Rio 2016 e Tokyo 2020.

Yusra è originaria di Damasco, e sin da bambina si allena nelle piscine per dedicarsi alla sua passione maggiore: il nuoto. Diventa una delle nuotatrici più promettenti del Paese, tanto che all’età di 14 anni partecipa ai Mondiali di Nuoto.

Ma in Siria c’è da anni la guerra civile, Damasco è devastata dai bombardamenti, e anche la casa dei Mardini viene distrutta. Per garantire una vita migliore a lei e alla sua famiglia, nel 2015 Yusra e la sorella Sarah fuggono dal Paese di origine, raggiungono la Turchia e si dirigono verso la Grecia in un gommone con altre 20 persone. 

Qualcosa va storto: improvvisamente il motore si ferma, i rifugiati sono bloccati in mare aperto e il gommone dà segni di cedimento. Sembra ormai la fine, ma Yusra e la sorella (anche lei nuotatrice) decidono di tuffarsi in mare e di spingere il gommone; nuotano per ore e ore, e nonostante la stanchezza tutti riescono ad arrivare salvi in Grecia. Le sorelle poi raggiungono la Germania, dove vengono accolte in un centro profughi.

Nonostante questo episodio che poteva segnare la fine del suo sogno, Yusra ricomincia ad allenarsi duramente e nel 2016 ciò che desiderava diventa realtà: ha l’opportunità di partecipare alle Olimpiadi. Gareggia per la neonata squadra degli Atleti Olimpici Rifugiati, assieme ad altre 9 persone in fuga dal proprio paese nella speranza di una vita migliore. La nuotatrice vince nella sua batteria dei 100 m farfalla e, nonostante non sia riuscita a qualificarsi per le semifinali, la sua storia ha fatto il giro del mondo.

Questa è una chiara dimostrazione di come l’impegno, la dedizione e la perseveranza spesso ripagano; nonostante tutte le difficoltà che possiamo incontrare durante il nostro percorso, è importante non abbattersi e saper andare avanti a testa alta. Anzi, come in questo caso, a volte anche le difficoltà che ci sembrano insuperabili si possono trasformare in un’opportunità per dimostrare chi siamo davvero. 

Prima delle qualificazioni delle Olimpiadi, Yusra spiega:”Prima di tutto, voglio essere un esempio per le persone. Quando hai un problema, non serve a nulla sedersi e piangere. […] Voglio qualificarmi per le Olimpiadi ed essere d’ispirazione per tutti. Voglio dimostrare che è difficile raggiungere i propri sogni, ma non impossibile. Ce la puoi fare, tutti ce la possono fare, ogni atleta ce la può fare”. 

Anche se raggiungere i nostri obiettivi non è sempre immediato e facile, la chiave per vincere sono costanza e capacità di reagire. E secondo me questo è un aspetto fondamentale non solo in ambito sportivo, ma anche nella vita di tutti i giorni.

Rachele Zanardi
4 A Scientifico