Un mito della ginnastica artistica 

Vanessa nasce il 10 novembre del 1990, a Orzinuovi in provincia di Brescia.

È un vero mito della ginnastica artistica italiana e mondiale, che ha vinto ad oggi oltre 70 medaglie.

La ginnastica artistica è una disciplina molto dura che richiede ore e ore di allenamento quotidiano in palestra.

Vanessa inizia il suo percorso nel 1997, a soli 7 anni: vede in TV una ginnasta che volteggia alla trave e non vuole sentire ragioni: Io voglio fare GINNASTICA! Diventa una vera fissazione e alla mamma non rimane altro che accontentarla portandola alla palestra “Liberi e Forti” a Castelleone, un comune della provincia cremonese, vicino a casa loro. Dopo aver constatato che la passione per la ginnastica era sincera e le doti non le mancavano, la mamma, che in gioventù era stata pure lei ginnasta, si rese conto che nella società dove la bambina si allenava, il numero degli allenamenti non era sufficiente; si rivolsero perciò alla Brixia di Brescia, club di livello ben più alto e questa società è la stessa dove Vanessa si allena tutt’ora.


Il problema più grande non furono le qualità della bambina, che colpirono subito gli allenatori della Brixia, ma il fatto che la palestra distava circa 50 km da casa: per i genitori fu una scelta importante perché li costrinse a grandi sacrifici. Vanessa ha più volte sottolineato la sua gratitudine verso i genitori per averle dato la possibilità di allenarsi a Brescia nonostante gli sforzi quotidiani di sobbarcarsi quattro volte al giorno la strada da Genivolta e Brescia e viceversa. 

Presto dovette anche trasferirsi con la scuola a Brescia, un grosso sacrificio dato che era molto legata alla sua famiglia.


Allenamenti al mattino, breve pausa per pranzare e tirare un po’ il fiato, poi nel primo pomeriggio la ripresa degli allenamenti e verso le 18 la scuola privata serale. Vanessa aveva solo 8 anni ma già capiva che quello sport che tanto amava le sarebbe costato molto sacrificio.

Le prime vittorie

Dopo lunghi anni di allenamenti estenuanti arrivarono i primi risultati. Nel 2002 vinse il Campionato nazionale di Categoria Allieve. Lo stesso anno esordì con la nazionale italiana Juniores dell’incontro Italia-Gran Bretagna, classificandosi 2ª nel concorso generale individuale. L’anno seguente vinse il Campionato di Categoria Juniores; a Mestre, ai Campionati Assoluti, si classifica 5ª nel concorso generale individuale, 2ª al corpo libero e alla trave. E quello stesso anno vinse anche il primo scudetto con la Brixia all’età di 13 anni. Nel 2004 viene convocata dalla nazionale per gli Europei Juniores, ad Amsterdam: portò a casa la medaglia di bronzo nel concorso a squadre, mentre individualmente conquistò l’argento nel concorso generale individuale e anche la medaglia di bronzo alla trave. Inoltre in serie A1, vinse ancora lo scudetto con la Brixia.


Ai Campionati Assoluti di quell’anno vinse il titolo nazionale alle parallele.
Infine ricevette il premio agli Oscar della Ginnastica come “Giovane ginnasta italiana”. Ma è il 2005 l’anno forse più cruciale della sua carriera: convocata in nazionale per partecipare ai Giochi del Mediterraneo di Almería, in Spagna, concluse la competizione vincendo una medaglia per ogni gara! Su sei competizioni portò a casa 5 ori ed un argento. Se fino ad allora il suo soprannome era la “farfalla” di Orzinuovi, da quel momento venni definita “la cannibale” di Orzinuovi e aveva solo 15 anni!

Partecipò anche Al Festival Olimpico della Gioventù Europea a Lignano, ed oltre al bronzo vinto nel concorso a squadre, vinse la medaglia d’oro nel concorso individuale e al corpo libero, l’argento al volteggio e il bronzo alle parallele. Con la Brixia Brescia vinse anche il 3º scudetto personale e per la prima volta il titolo di Campionessa Italiana Assoluta, portando a casa anche la medaglia d’oro alle parallele asimmetriche ed alla trave e l’argento al corpo libero. Una stagione perfetta: l’anno dopo sarebbe diventata Senior, quindi avrebbe gareggiato contro le ginnaste più forti al mondo. 

Nel 2006 da atleta Junior Vanessa passò alla massima categoria, ovvero Senior. In quello stesso anno, mentre preparava la conquista della medaglia mondiale – titolo mai conquistato da una ginnasta italiana – la sua adorata nonna venne a mancare: fu un duro colpo per tutta la mia famiglia ma non ci si poteva fermare. Agli Europei di Volos nella finale a squadre e con una gara superba riuscirono nel grande sorpasso di Russia e Romania salendo così sul gradino più alto: non era mai accaduto nella storia dell’Italia, per la prima volta, un oro Europeo nella ginnastica! Nei giorni seguenti gareggiò per le finali individuali, e vinse l’argento al corpo libero.

Quello stesso anno fece il suo debutto ai Mondiali in Danimarca: per la prima volta nella storia dei mondiali una ginnasta italiana era riuscita a qualificarsi per ben quattro finali: concorso individuale, parallele, trave e corpo libero. Era la prima ginnasta italiana ad eseguire lo Tsukahara avvitato “Silivas”, un elemento che poche al mondo sanno eseguire, e la prima ginnasta al mondo ad eseguire un esercizio con cinque diagonali.

Ad un paio di settimane dal compimento dei sedici anni era pronta a giocarsi un posto nel libro dei record! Non tutto va liscio, il “salto raccolto con un avvitamento”, la fa cadere dalla trave, ma non si demoralizza, il resto dell’esercizio è perfetto e questo le permette comunque di strappare un buon punteggio. Scende in seconda posizione nella classifica generale provvisoria, ma è consapevole che al corpo libero ho la sua carta migliore da giocare.

Sale in pedana con lo sguardo da “Cannibale”, dichiarerà poi il suo allenatore, e quando al termine della sua prestazione sul tabellone appare il suo nome al primo posto, tutto il palazzetto comincia ad applaudire e tutta la delegazione italiana, con i suoi genitori e l’allenatore, scoppiarono di felicità. Fu così, che per la prima volta nella storia della ginnastica, la medaglia d’oro era Italiana. Nei due giorni successivi partecipò alle altre finali conquistando un bronzo alle parallele asimmetriche e bronzo al corpo libero, concludendo con 3 storiche medaglie il suo primo mondiale.

Ritornata a Roma, ricevette il Collare d’Oro del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, massima onorificenza del CONI.

Vanessa vanta nel palmarès internazionale, oltre al titolo del 2006, un argento olimpico, un argento e tre bronzi mondiali, otto medaglie ai Campionati europei tra il 2006 e il 2021 (di cui quattro ori), cinque vittorie in Coppa del Mondo tra il 2007 e il 2021 ed otto ori in due edizioni dei Giochi del Mediterraneo (che ne fanno la sportiva italiana più vincente nella storia di tale rassegna). Inoltre l’8 gennaio 2007 Vanessa è insignita dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, su iniziativa del Presidente della Repubblica.

Gli infortuni

Ai Mondiali di Stoccarda, qualificanti per le Olimpiadi di Pechino, un salto “Comaneci” alle parallele asimmetriche non ben eseguito la fa cadere. Perde qualche decimo di punto ma soprattutto si procura una frattura allo scafoide del piede: nonostante questo non molla, stringe i denti e continua a gareggiare e ottiene il miglior risultato mai raggiunto dalla nazionale italiana, fino a quel momento, ad un mondiale. Il dolore al piede, infatti, non ha impedito a Vanessa di gareggiare: la sua forza di volontà è stata più forte del dolore fisico.

La carriera di Vanessa è stata ricca non solo di medaglie e premi prestigiosi ma anche di delusioni ed infortuni molto dolorosi. Nonostante la frattura dell’osso scafoide del piede a Stoccarda, riesce a qualificarsi all’Olimpiade di Pechino (2008): in Cina gareggia con una tendinite acuta e non riesce a partecipare alle finali. All’Olimpiade del 2012, a Londra, riesce a qualificarsi al corpo libero e nell’all-around individuale e a squadre. Si presenta al corpo libero con un salto mai eseguito prima: un enjambé cambio ad anello con 360° di rotazione, che viene inserito nel Codice dei Punteggi con il nome “Il Ferrari” ma chiude al quarto posto. Stessa posizione all’Olimpiade del 2016 a Rio nella finale di corpo libero. Nella finale del Mondiale 2017 si rompe il tendine di Achille, dopo 500 giorni di riposo e riabilitazione torna a gareggiare alla Coppa del Mondo di Melbourne nel 2019, dove vince l’oro al corpo libero. Poi è costretta a fermarsi di nuovo e si sottopone a interventi ad entrambe le caviglie. Dopo un problema autoimmune alla tiroide, torna in gara nel 2020 prima dello stop per Covid. 

Nella sua lunga ed incredibile carriera ha dovuto superare non solo le avversarie in palestra, ma una serie di infortuni che avrebbero piegato la volontà di chiunque. Non la sua però: Vanessa Ferrari si è sempre rialzata mostrando una forza d’animo e una volontà fuori dal comune.

Ha compiuto l’ultimo capolavoro della sua carriera pochi mesi fa alle Olimpiadi di Tokyo. Sfidando quasi le leggi di natura, 30 anni sono un’enormità per la ginnastica artistica, Vanessa Ferrari ha conquistato un’incredibile e meravigliosa medaglia d’argento nel corpo libero, un risultato che ha esaltato e commosso i suoi tantissimi fan. 

Ai microfoni della conduttrice di un programma televisivo, la Ferrari – solitamente molto schiva – ha espresso tutta la sua soddisfazione per l’argento conquistato a Tokyo: “Finalmente ce l’ho fatta, dopo tanti sacrifici è arrivata questa medaglia. Era la mia quarta olimpiade e nelle altre tre ho sempre sfiorato il podio – confessa non senza un briciolo di amarezza -. È stato bellissimo conquistarla anche se il momento più intenso l’ho vissuto quando sono tornata a casa a Milano. Ho fatto una bellissima carriera, ma in fondo sentivo la mancanza di una medaglia olimpica. Vincerla dopo tanto dolore e moltissime delusioni mi ha appagata“. Infine, l’annuncio che ha fatto impazzire di gioia i suoi tifosi: “Il futuro? Non escludo di partecipare alle Olimpiadi di Parigi del 2024“.

Alla domanda sui suoi rapporti con le principali avversarie ha risposto:

Io gareggio per me stessa. In pedana lotto sempre contro di me, non contro gli altri.”

Vanessa ha portato anche il suo dolore in pedana, e assieme hanno vinto l’argento. «Un ginnasta ci convive, è abituato — raccontava lei —, ma quando diventa troppo forte è dura. A volte me lo chiedo: perché devo soffrire così tanto?». E cosa si risponde? «Che ho degli obiettivi da raggiungere».

Ambizione, tenacia, testardaggine, coraggio oltre naturalmente a un enorme talento sono le caratteristiche di questa formidabile atleta.

Arianna Macchidani
3 A Classico