Titolo: The Picture of Dorian Gray (Il ritratto di Dorian Gray)

Autore: Oscar Wilde

Pagine: 304

Pubblicazione: 1890 (1ª ed. italiana 1905)

Editore: Mondadori

Il libro è presente nella Biblio-tech della scuola in via Manzoni  e presumibilmente in ogni altra biblioteca esistente. 

Il romanzo, scritto da Oscar Wilde nel 1890, è ambientato in piena epoca vittoriana e segue la crescita di un giovane borghese, Dorian Gray, dal suo fatidico incontro con Lord Henry Wotton, fino alla fine dei suoi giorni. L’amicizia comune dei due uomini con il pittore Basil Hallward porterà Dorian a sperimentare il culto della bellezza esteriore, che sarà la causa della fine della propria felicità e del suo stesso annientamento. Il racconto comincia in casa di Basil, il quale, illuminato da una sorta di ispirazione divina, sta ritraendo Dorian. Il ritratto stesso è il centro del romanzo e la causa dell’ossessivo desiderio di possesso di eterna giovinezza da parte di Dorian.

 “The artist is the creator of beautiful things. To reveal art and conceal the artist is art’s aim.

“L’artista è il creatore di cose belle. Il fine dell’arte è quello di rivelare l’arte e di nascondere l’artista”

La bellezza inscalfibile di Dorian insieme al principio del καλὸς καὶ ἀγαθός (kalòs kai agathòs = “bello e buono”), nasconde la vera indole del borghese, il quale arrivando a commettere persino alcuni delitti, non viene comunque accusato o disprezzato, per via del suo aspetto fisico. Ma la citazione potrebbe riferirsi anche alla vita stessa dell’autore del romanzo, il quale, pur tentando invano di nascondere dei capitoli “sospetti” per la società del tempo, fu comunque accusato di omosessualità e il suo scritto fu addirittura utilizzato come arma processuale contro di lui.

“Nowadays people know the price of everything and the value of nothing.”

“Oggigiorno le persone conoscono il prezzo di tutto e il valore di niente”

Personalmente ho preferito la lettura del testo originale in lingua inglese, perché come saputo e risaputo, dalla lingua originale si ricavano emozioni che altrimenti non possono essere captate in nessun altro modo. Il romanzo è un classico perché, come diceva Calvino “Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire”; infatti nel libro ritroviamo temi e spunti di riflessione molto vicini alla realtà moderna, come, ad esempio, il tema della bellezza esteriore e interiore, a tal punto che potrebbe cambiare o mettere in dubbio le vostre stesse idee sui vari argomenti trattati. Dal mio punto di vista ho trovato il libro molto affascinante e scorrevole da leggere. Il testo inglese è abbastanza comprensibile, con un linguaggio non molto complicato; pertanto, consiglio la lettura originale per una migliore comprensione della storia.

Il romanzo, trattando di una vita completamente rivolta al piacere e alla bellezza giovanile, quindi di un’esistenza puramente estetica, è collegabile a vari argomenti, come l’Estetismo nella letteratura italiana ed inglese (al quale aderisce, appunto, Oscar Wilde), Schopenhauer e Kierkegaard in filosofia (secondo il modello di vita estetica), il periodo neroniano nella letteratura latina, quindi ad una concezione tipica dei periodi di caduta delle certezze.

La figura di Dorian Gray è paragonabile alla Venere di Botticelli.

La figura della Venere infatti appare a prima vista maestosa e perfetta, una dea; ma se ci si sofferma su di lei si iniziano a notare dei difetti, come la vista strabica, le sproporzionate braccia o il precario equilibrio, segno della comune sparizione della bellezza a causa del tempo, anche per la divinità che, per definizione, è dea della bellezza esteriore. Non ci si può ribellare alle leggi della natura, ma anche se ci si riuscisse si pagherebbe un prezzo carissimo, dal quale nessuno può sfuggire…

 “Venere” di Jago, scultore italiano (2018, Museo Carlo Bilotti, Villa Borghese, Roma)