Titolo: Omero, Iliade

Autore: Alessandro Baricco

Pagine: 163

Pubblicazione: 2004

Editore: Feltrinelli

Il libro è presente nella biblioteca della scuola in via Manzoni  

Achille, Ettore, Elena, Patroclo, Odisseo, Briseide, Agamennone, Paride, Andromaca.

Nomi che ci riportano alla mente la storia immortale di una guerra e degli eroi che l’hanno combattuta e che, nonostante i 2800 anni passati, sentiamo ancora nostra. 

L’Iliade di Omero, poema che racconta cinquantun giorni dell’ultimo anno della Guerra di Troia, un’opera millenaria che poche persone appassionate affrontano fuori dall’ambito scolastico. Per questo, da un progetto nato per leggere l’Iliade in pubblico, Alessandro Baricco ha riscritto uno dei classici dell’epica, portandolo così alla portata di un pubblico ancora più ampio.

“Immaginai la mia freccia volare e colpire. E vidi quella guerra finire. Questa è una domanda a cui potresti pensare mille anni e mai troveresti una risposta: è lecito fare una cosa infame se così si può fermare una guerra? È perdonabile il tradimento se si tradisce per una causa giusta? Lì, in mezzo alla mia gente armata, non ebbi nemmeno il tempo di pensarci. Mi attirava la gloria. E l’idea di cambiare la storia con un semplice gesto esatto.”

Baricco ci guida all’interno dell’Iliade grazie alle voci di venti più uno dei suoi personaggi.

A cantare l’Iliade quindi non è più Omero, ma i personaggi stessi, che diventano l’appiglio per immedesimarci ed empatizzare meglio con loro. La parola di uomini, donne e semidei, ma mai quella di una divinità, facendo così affiorare l’umanità di ognuno dei narratori nel rivivere la storia dalla loro prospettiva. 

L’unico intervento che non rientra nell’opera originale è l’ultimo, il ventunesimo, in cui l’autore decide svelarci la fine della Guerra di Troia attraverso uno dei passi dell’Odissea cantato dall’aedo Demòdoco.

Dalla riscrittura di Baricco emerge la vera protagonista di questo racconto: la Guerra.

“Naturalmente non ho resistito alla tentazione e ho fatto alcune, poche, aggiunte al testo.

 Qui, nella stampa, le troverete in corsivo,  in modo che non ci siano equivoci: sono come restauri dichiarati, in acciaio e vetro, su una facciata gotica. […] Per lo più riportano in superficie sfumature che l’Iliade non poteva pronunciare ad alta voce ma nascondeva tra le righe”

É grazie a questi brevi (ma intensi) interventi che l’autore vuole far scattare in noi una riflessione sul perché della guerra e come, in un modo o nell’altro, gli uomini ci si buttino sempre a capofitto come “le falene attratte dalla luce mortale del fuoco”.

Personalmente, ho adorato questo libro dalla prima all’ultima riga. 

Baricco è stato in grado di rendere ancora più bella un’opera che già amavo, arricchendola di ogni dettaglio che potesse far trasudare le sfumature del poema in sé ma soprattutto quelle dei personaggi. I miei passaggi preferiti, che ritengo i più belli ed intimi, sono sicuramente quelli narrati da Andromaca e Priamo che si trovano rispettivamente prima e dopo il duello tra Ettore e Achille.

Inutile dire che è una lettura che consiglio a tutti; sicuramente a coloro che sono già appassionati a quest’opera, ma non solo, anche chi non ha apprezzato particolarmente quest’opera nell’ambito scolastico non dovrebbe avere pregiudizi nei confronti di questo libro perché grazie alla riscrittura di questo autore vi sentirete pienamente coinvolti nella lettura.

Di Denise Ramelli